Da quando la pandemia ha introdotto modalità di lavoro a distanza e ibride, alcuni datori di lavoro stanno valutando se una settimana lavorativa più breve possa migliorare ulteriormente il benessere e la fidelizzazione dei dipendenti.
L’idea di una 4 day work-week esiste da tempo, ma sta riscuotendo un rinnovato interesse sia da parte dei datori di lavoro sia da parte dei dipendenti, unanimemente orientati alla ricerca di modi per migliorare il famoso work-life balance. Nel Regno Unito, un recente studio (condotto a partire da giugno 2020 ed i cui risultati sono stati resi noti dall’università di Cambridge) che ha coinvolto 61 aziende di diversi settori, dalle banche ai fast-food alle agenzie di marketing, ha dimostrato come da una settimana lavorativa più corta sia derivato un calo del turnover dei lavoratori e dell’assenteismo, mantenendo inalterati i livelli di produttività.
Durante lo studio, durato sei mesi, a 2.900 lavoratori è stato concesso un giorno libero retribuito ogni settimana per verificare se potevano completare la stessa quantità di lavoro in meno tempo.
I risultati dello studio sono stati estremamente positivi: oltre il 90% delle aziende ha dichiarato di voler continuare a testare la settimana lavorativa di quattro giorni e 18 aziende hanno già pianificato di implementarla in modo definitivo.
I vantaggi di una settimana lavorativa di quattro giorni non si limitano unicamente alla riduzione dello stress (meno 39%) e al maggior tempo libero per i dipendenti: le aziende coinvolte hanno infatti dichiarato di aver beneficiato di livelli più elevati di soddisfazione ed engagement (i sintomi di burnout sono diminuiti del 71%), con conseguente riduzione del turnover (dimissioni diminuite del 57%) e dell’assenteismo (i giorni di malattia sono diminuiti del 65%).
Naturalmente, l’implementazione di una settimana lavorativa di quattro giorni non è priva di sfide. Le aziende devono valutare come bilanciare le esigenze dei clienti con la riduzione dell’orario di lavoro. Inoltre, devono garantire che i livelli di produttività rimangano costanti e che il carico di lavoro sia equamente distribuito tra tutti i dipendenti.
Tuttavia, il successo del recente studio britannico è un segnale promettente per chi vuole promuovere l’equilibrio tra lavoro e vita privata, migliorando il benessere e la soddisfazione dei dipendenti. Se un numero maggiore di aziende seguirà l’esempio e adotterà una settimana lavorativa di quattro giorni, questo potrebbe segnare un cambiamento importante nel modo in cui lavoriamo e viviamo.
L’idea di una settimana lavorativa di quattro giorni, del resto, sta prendendo piede in tutto il mondo: recenti studi condotti anche se su scala più ridotta anche negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Brasile e Islanda mostrano risultati promettenti, con una riduzione dei tassi di assenteismo e di turnover, un aumento della produttività e un miglioramento del benessere dichiarato dei dipendenti.
Nonostante gli ostacoli, il risultato più rilevante è che lo studio britannico ha dimostrato che la maggior parte delle aziende ha mantenuto la produttività e le prestazioni durante i sei mesi di sperimentazione. Questo traguardo è stato ottenuto rendendo più efficienti le giornate lavorative con accorgimenti per risparmiare tempo, come, tra l’altro, la riduzione del tempo trascorso in meetings e gli incontri (in presenza o virtuali) non necessari, oltre ad una pianificazione anticipata e più strutturata dell’agenda di lavoro. I datori di lavoro hanno valutato la produttività e le prestazioni nel periodo dello studio con un punteggio di 7,5 su 10 e quasi la metà dei dipendenti ha registrato una riduzione dei livelli di stress, un miglioramento della salute mentale e del benessere fisico.
Sebbene l’adozione di una settimana lavorativa di quattro giorni debba affrontare delle sfide, i benefici di una forza lavoro più felice e fidelizzata sono difficili da ignorare.
In Italia, dove i dipendenti lavorano con orari tra i più lunghi d’Europa, una settimana lavorativa più breve potrebbe portare a un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro e a migliori risultati in termini di benessere psico-fisico. Ma richiederebbe soprattutto cambiamenti culturali, andando a scalfire la mentalità lavorativa più tradizionale: prima ancora degli aspetti pratico-implementativi (quali la maggiore rigidità dei contratti di lavoro), in Italia il passaggio alla settimana lavorativa corta dovrebbe superare i preconcetti e gli ostacoli ideologici, puntando sulla ricerca di un ambiente di lavoro più sostenibile e soddisfacente per tutti.