Work - Reloaded

Il paradosso del lavoro da remoto

Uno studio commissionato da Microsoft ha studiato le abitudini legate al lavoro ibrido. E se la produttività per alcuni settori o momenti del work-flow sembra aumentata, sulla lunga durata il lavoro da casa impatta negativamente su creatività e comunicazione tra colleghi.  Allora lo smart-working non deve essere l’elogio della dimensione eremitica, perché le organizzazioni non sono soltanto meccanismi produttivi, ma dinamiche sociali. Da casa possiamo farcela, ma soltanto “insieme” sappiamo essere più stimolati, creativi e innovativi.

Di Manuela Travaglini - Avvocato, Head Of Sustainability Observatory Assoholding

Ormai lo sappiamo: lavorare a distanza si può. La pandemia ha dimostrato che il lavoro da remoto, come conferma uno studio commissionato da Microsoft su più di 60.000 dipendenti, consente di raggiungere ottimi risultati. La produttività, almeno per chi svolge mansioni che consentono il lavoro anytime, anywhere è addirittura aumentata. 

Eppure.

Mentre la produttività a breve termine aumenta, evidenziano i ricercatori di Microsoft, lavorando da remoto la creatività a lungo termine si inaridisce. 

I numeri hanno rivelato inoltre che la comunicazione, in particolare le conversazioni in tempo reale, sono diminuite, anche in modo significativo. 

Ed è questo il vero paradosso del lavoro da remoto: la necessità di raggiungere gli obiettivi ma andare oltre la somma degli incarichi da portare a termine.

Dobbiamo cioè chiederci se quello che vogliamo è portare a casa il risultato, get things done, o andare oltre, e magari aspirare ad un lavoro creativo, innovativo e che ci arricchisca come esseri umani. 

Passare da una chiacchierata in corridoio o alla macchinetta del caffè ad uno scambio di e-mail, si sa, non è un baratto equo, non lo è nell’immediato e potrebbe avere effetti a catena sul modo in cui i lavoratori collaborano in futuro. Le aziende in fondo non ne risentiranno, in qualche modo andranno comunque avanti, ma a subirne le conseguenze potrebbe essere la marcia in più della creatività e del cambiamento: imparare, esplorare, sviluppare sinergie o distonie, individuare i problemi e cercare di risolverli, sbagliare e rialzarsi insieme. Acquisire sicurezza psicologica e doti di leadership, facilitare la formazione, incoraggiare la crescita; formare i junior e aiutare i senior a stare al passo.

Perché in fondo, the new normal ci ha insegnato che da casa possiamo farcela, ma che insieme è sempre più stimolante, creativo e innovativo. Che è nella nostra natura essere in contatto con gli altri, e che anzi l’altro è parte della nostra stessa natura. Zoon politikon: l’uomo, diceva Aristotele già nel IV secolo a.C., è un animale sociale per natura e chi vive fuori dalla comunità civile, per sua natura e non per qualche caso, o è un abietto o è superiore all’uomo.

Perché il lavoro è anche relazione, è fruire di flussi informali di idee e pensieri, è beneficiare dell’energia dell’altro. Le organizzazioni non sono soltanto meccanismi produttivi, ma dinamiche sociali. Lo smart-working non deve essere l’elogio della dimensione eremitica, ma al contrario tradursi in maggiore responsabilità, flessibilità e libertà organizzativa, svincolato dal rigido contesto spazio temporale del passato ma non per questo dis-ummanizzato.

Il mondo del lavoro è in evoluzione, e la pandemia ne ha accelerato il processo, non ci ha permesso di fermarci a pensare cosa fosse meglio per noi o per la nostra azienda. Ma il futuro del lavoro non nasce da una dicotomia, è flessibile. Non è puramente virtuale o fisico e sicuramente non esiste un approccio unico per tutti: il lavoro a distanza ha anche molti vantaggi, per alcuni funziona meglio che per altri, ma non dimentichiamo che c’è sempre posto per il contatto umano. 

E che comunque get things done, portare a casa il risultato, potrebbe non essere abbastanza. 

La sfida del prossimo decennio, per dirla con  Satya Nadella, CEO di Microsoft, sarà risolvere il paradosso del lavoro ibrido. 

Finita l’era quantitativa, arriva il great reshuffle: maggiore produttività, più creatività, migliore qualità della vita.