Rigenerazione

La storia rigenerativa del Birrificio Messina

Di Enrico Foglia - Director and Co-founder at Regenerative Marketing Institute

La storia della cooperativa Birrificio Messina è un esempio positivo di “rigenerazione”, nel quale business e Comunità lavorano insieme per generare benessere per tutti.

 In una Sicilia complessa e variegata, la storia dei 15 mastri birrai di Messina è una di quelle che meritano di essere raccontate. Nella città che si distende lungo lo Stretto di Messina, la famiglia Presti-Faranda inaugurò nel 1923 il birrificio che avrebbe dato vita alla celebre “Birra Messina”. Mentre il marchio si diffondeva soprattutto nel Sud Italia, negli anni ’80, a causa della crescente concorrenza, fu venduto a Dreher, una controllata di Heineken, che spostò gradualmente la produzione a Massafra, in provincia di Taranto, lasciando a Messina solo l’attività di imbottigliamento.

Nel 2007, la famiglia Faranda acquisisce lo stabilimento di via Bonino, noto come Triscele, nel cuore di Messina, da Heineken, assicurando il mantenimento dei posti di lavoro per cinque anni. Tuttavia, nel 2011, i nuovi proprietari annunciano la chiusura dello stabilimento, portando i 41 dipendenti a ricevere lettere di licenziamento. Inizia una protesta che vede i lavoratori presidiare incessantemente il cancello d’ingresso per 18 mesi, trasformando il tendone eretto in una dimora. Giorni e notti trascorsi tra calura e pioggia per preservare la storia di tre generazioni di operai al servizio della millenaria tradizione brassicola di Messina.

La mancanza di opportunità lavorative a Messina, soprattutto per coloro che hanno superato i 50 anni, rappresenta una caduta nell’abisso della disoccupazione senza possibilità di scampo. Per i birrai messinesi, l’unica risorsa rimane l’esperienza. Il mestiere è stato tramandato dai padri e dai nonni, da generazione in generazione. 

Ma quale strada intraprendere?

Nel 2013, 15 dei 41 operai in protesta utilizzano il proprio TFR per rilanciare la produzione birraria a Messina, dando vita alla cooperativa Birrificio Messina. Nel 2016, mentre le strutture industriali sono ancora in fase di installazione, l’attività prende il via. È il riscatto dei 15 soci, che tornano al lavoro non come operai, ma come imprenditori.

Il nuovo stabilimento nella zona di Asi di Larderia dà il via alla produzione della “Birra dello Stretto” e della “Doc 15”. Domenico Sorrenti, mastro birraio da tre generazioni e presidente della cooperativa, condivide: “Per tutti noi è stata un’emozione travolgente, poiché dopo anni di protesta, incertezza e rammarico, finalmente realizzavamo il sogno di riportare la produzione di birra nella nostra città. Abbiamo lanciato un marchio tutto messinese, creando opportunità di lavoro per noi stessi, ma con dignità.”

Nel 2019 arriva il riscatto definitivo: Heineken firma una partnership con la cooperativa per riportare la “Birra Messina” nella sua terra d’origine. Nasce così l’accordo per produrre la rinomata “Birra Messina Cristalli di Sale”, caratterizzata dall’etichetta mare dello Stretto e un motivo barocco. Una birra pura di malto non filtrata, preparata con il sale marino delle saline di Trapani. Ma l’accordo comprende anche la distribuzione delle birre artigianali prodotte dalla cooperativa tramite la rete di Heineken in Italia. Un investimento modesto per il colosso olandese, ma un’opportunità di raddoppiare la produzione e far crescere ulteriormente il Birrificio Messina.

Questa storia rappresenta un esempio di rigenerazione poiché illustra come un’azienda in crisi abbia subito un profondo cambiamento e sia stata risanata grazie all’azione congiunta dei suoi lavoratori, della comunità locale e della cooperazione con una grande azienda multinazionale come Heineken. 

  1. Salvataggio dall’abbandono: L’azienda era in procinto di chiudere i battenti, con i lavoratori che rischiavano il licenziamento e il perdere il loro sostentamento. Tuttavia, i dipendenti hanno reagito e sono stati determinanti nell’evitare il fallimento dell’azienda. Questo sforzo ha impedito la scomparsa dell’azienda stessa.
  2. Partecipazione della Comunità: La comunità locale è stata coinvolta in modo attivo nel processo di rigenerazione. La Fondazione di Comunità Messina ha giocato un ruolo fondamentale, catalizzando risorse finanziarie da parte dei cittadini e da altri enti, dimostrando come l’intera comunità abbia abbracciato l’idea di mantenere in vita l’azienda e preservare i posti di lavoro.
  3. Cambiamento della Gestione: I lavoratori, anziché subire passivamente la chiusura dello stabilimento, hanno preso l’iniziativa e utilizzato il loro fondo TFR per diventare imprenditori, fondando la cooperativa Birrificio Messina. Questo ha rappresentato un cambiamento fondamentale nella gestione dell’azienda, con i lavoratori che ora partecipano attivamente alle decisioni aziendali e ne condividono i frutti.
  4. Collaborazione con un Gigante: L’accordo di collaborazione con Heineken ha portato un nuovo slancio all’azienda. Questo partenariato ha permesso al Birrificio Messina di accedere a risorse, competenze e canali di distribuzione che avrebbero altrimenti faticato a raggiungere da soli. La cooperativa ha potuto incrementare la propria produzione e diffondere la propria birra a livello nazional