Work - Reloaded

Si chiama quiet hiring il nuovo work trend 2023

Nel corso dell'ultimo anno, abbiamo assistito alla diffusione di una serie di parole d'ordine sul posto di lavoro. Mentre alcuni di questi termini si riferiscono a tendenze come "quiet quitting" e "quiet firing", c'è un altro fenomeno all'orizzonte chiamato "quiet hiring". Gli esperti di Gartner hanno recentemente inserito questa tendenza tra le principali previsioni sulla forza lavoro per il 2023. Ma di cosa si tratta e in che modo influenzerà il futuro del lavoro?

Di Manuela Travaglini - Avvocato, Head Of Sustainability Observatory Assoholding

New year, new work trends. E se il 2022 si è chiuso all’insegna del quiet quitting, cioè l’idea di fare al lavoro il minimo necessario per mantenere il proprio posto, di fatto senza valore aggiunto per l’azienda, il 2023 si apre con un nuovo imperativo: si chiama quiet hiring, ed è quel fenomeno in seguito al quale un’organizzazione acquisisce nuovi talenti senza effettuare nuove assunzioni.

Come? Semplice: a volte prendendo dei contractors part-time e per mansioni ben definite, ma più spesso incoraggiando dipendenti già in forza alla società ad assumere ruoli diversi in dipartimenti che presentano esigenze nell’immediato.

Ad indicare il quiet hiring come il trend n.1 per il 2023 è tra l’altro Emily Rose McRae, a capo del team di ricerca sul futuro del lavoro in HR di Gartner.

L’esigenza di assumere, spiega Mc Rae, ricade di solito in uno tra questi 3 bisogni: ricoprire ruoli pregressi, crearne di nuovi per spingere l’azienda a crescere, o rispondere ad un’esigenza contingente.

È in quest’ultima categoria che ricade il quiet hiring, e nasce dall’esigenza di dare priorità alle funzioni aziendali cruciali in un determinato momento, magari riallocando temporaneamente i dipendenti in mansioni diverse. Un esempio recente, citato proprio da Mc Rae, è quello della compagnia aerea australiana Quantas, che ha chiesto ai propri executives, già in forza in altri dipartimenti, di aiutare come addetti ai bagagli: un modo per mandare avanti l’azienda in un momento di bisogno, ma anche per acquisire consapevolezza in un compartimento diverso dal loro abituale e capire dall’interno come funziona la macchina operativa.

Attenzione però: se il ruolo per il quale viene chiesto aiuto è visto come meno qualificante, o se comunque il dipendente è già contento nella propria posizione, è importante che l’esigenza di mobilità temporanea venga ben spiegata e motivata. E retribuita.

Al contrario, il quiet hiring potrebbe anche essere un modo per valorizzare i propri talenti in house e consentire a persone che vorrebbero un cambio di carriera di riqualificarsi e ricoprire nuovi ruoli, upskilling, stavolta anche su base permanente. Il risultato sarebbero dipendenti motivati, fidelizzati e contenti. Senza considerare che in business you need money to make money. Il costo dell’assunzione di un dipendente è probabilmente una delle voci più rilevanti: se invece che assumere un nuovo talento si valorizzassero quelli presenti, già inseriti nella cultura aziendale, il costo sarebbe minore ed il livello di soddisfazione generale probabilmente più elevato.

Insomma, il quiet hiring, anche come antitesi al quiet quitting, è il trend numero 1 nel 2023. Ma quali sono gli altri? Dai social skills alla sostenibilità al lavoro flessibile, ecco svelati i 9 trends del 2023 nel pie chart di Gartner.